Dal rapporto del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa sulla glorificazione del nazismo e sulla diffusione del neonazismo e di razzismo. Italia
Sulla situazione della glorificazione del nazismo, della diffusione del neonazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza ad esse collegate.
Italia.
In Italia, le manifestazioni e i tentativi di rinascita del fascismo sono vietati dalla legge: l'articolo 48 della Costituzione della Repubblica Italiana del 1947 vieta la ricostituzione in qualsiasi forma del partito fascista, sciolto dopo la sconfitta dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale.
Il Paese si è inoltre dotato di un quadro giuridico per la proibizione delle organizzazioni fasciste e naziste, alla base del quale sono la Legge Scelba (1952) e la Legge Mancino (1993). La prima punisce l'organizzazione di associazioni, movimenti o gruppi che abbiano le caratteristiche di un partito fascista e mirino a ricrearlo. La seconda legge punisce la "propaganda di idee basate sulla superiorità razziale, l'odio razziale ed etnico, nonché l'esaltazione di personalità, principi, azioni e metodi del regime fascista o delle sue finalità antidemocratiche".
In Italia sono presenti diverse organizzazioni di estrema destra con tendenze nazionaliste e neofasciste. Le più grandi sono: "Casa Pound" (movimento politico fondato nel 2003, possiede una propria casa editrice, Altaforte), il maggiore partito extraparlamentare di estrema destra, Forza Nuova (partito fondato nel 1997, ha sedi in tutte le regioni del Paese). Secondo alcune informazioni in nostro possesso alcuni estremisti starebbero prendendo parte alle ostilità a fianco dell'Ucraina. Sono note anche le attività del Movimento Fascismo e Libertà - Partito Socialista Nazionale. Inoltre, associazioni di estrema destra più piccole operano a livello regionale e locale.
Di norma, gli estremisti italiani "legano" le loro azioni pubbliche a date importanti per il movimento fascista (23 marzo 1919: fondazione dei “Fasci italiani di combattimento", precursori del "Partito Nazionale Fascista", 29 luglio 1883: compleanno di Mussolini, 27-30 ottobre 1922: marcia su Roma delle "Camicie Nere", 20 aprile 1889: compleanno di Hitler, 28 aprile 1945: anniversario della morte di B. Mussolini), organizzano incontri presso le tombe di personaggi fascisti.
Mussolini mantiene il titolo di "cittadino onorario" in alcune città (di provincia), soprattutto a causa della riluttanza delle autorità locali a revocare le ordinanze comunali emanate negli anni Venti. Ne sono un esempio Pietrasanta (Toscana) e Carpi (Emilia-Romagna).
Nel Belpaese esistono anche organizzazioni neonaziste illegali. Il 19 ottobre 2021, i media hanno riportato la notizia della scoperta di cellule in diverse grandi città italiane (tra cui Roma, Napoli, Torino e Siena) di una vasta rete dell'”Ordine di Hagal”. Ventisei presunti responsabili sono stati arrestati perché sospettati di avere legami con l'organizzazione. Secondo le forze dell'ordine italiane, le attività dell’organizzazione erano incentrate sulla propaganda dell’odio razziale, sul reclutamento e sull'addestramento militare dei seguaci.
Secondo un rapporto pubblico del 2020 dei servizi segreti italiani, nel contesto della pandemia COVID-19, l'estrema destra italiana ha incrementato le proprie attività nello spazio virtuale, utilizzando gli strumenti dei social media disponibili per diffondere razzismo, antisemitismo, xenofobia, ribellione alle autorità, nonché per diffondere teorie complottiste e disinformazione. L’estrema destra ha sfruttato ampiamente il deterioramento della situazione socio-economica del Paese, nel periodo di diffusione del coronavirus. Inoltre, nella sua retorica, l'ultradestra utilizza slogan per lei tradizionali e condivisi da una certa parte della popolazione quali la protezione dell'identità nazionale, la famiglia tradizionale, l'opposizione all'immigrazione, il multiculturalismo, l'islamizzazione, la globalizzazione, le istituzioni europee e la NATO.
Nel recente passato l'estrema destra ha utilizzato ampiamente lo slogan della "dittatura sanitaria del governo" e ha organizzato o partecipato attivamente a proteste nelle città italiane contro le misure restrittive volte a contenere la diffusione del COVID-19.
Con il pretesto di combattere questa "dittatura sanitaria", nel dicembre 2020 Forza Nuova ha annunciato il proprio scioglimento e la creazione di una nuova forza politica, Italia Libera, cui hanno aderito anche movimenti quali i “Gilet Arancioni” (sostenitori della piena sovranità nazionale) e i "No mask".
Tuttavia, le associazioni neonaziste e neofasciste in Italia rimangono una forza marginale e non hanno rappresentanza nelle autorità nazionali.
Grazie anche alle contromisure delle autorità italiane. Il 7 giugno 2021, la polizia ha smantellato l'organizzazione di destra radicale “Ordine Ario Romano” che diffondeva idee neonaziste e neofasciste sui social, promuoveva l'antisemitismo e incitava i suoi seguaci a commettere atti eversivi. Inoltre, i membri del gruppo stavano sviluppando piani per attaccare una struttura della NATO. Secondo quanto riportato dai media, alcuni membri del gruppo erano già noti alle autorità di polizia per le loro attività estremiste ed erano attenzionati per varie attività eversive.
Notevoli sforzi sono stati compiuti attraverso le organizzazioni della società civile. Una delle istituzioni sociali e politiche chiave per prevenire la rinascita del neofascismo in Italia e monitorare l'attività dell'estrema destra nel Paese è l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) che ha sedi in tutte le regioni del Paese.
In Italia i memoriali e i monumenti a coloro che hanno combattuto contro il nazismo e il fascismo sono rispettati. Si stanno individuando nuove tombe di nostri connazionali caduti in Italia durante la Seconda guerra mondiale e si stanno istituendo nuovi luoghi della memoria. Nel novembre 2020 è stato inaugurato un altro monumento al partigiano sovietico V. Tulisko nel comune di Caldiero (provincia di Verona).
Tuttavia, la glorificazione del nazismo, il neonazismo e il razzismo sono scarsamente presenti sui media nazionali e nel dialogo pubblico italiano, non tanto perché non ci siano gravi problemi in questo senso, quanto per ragioni di opportunità politica e giornalistica.
Nonostante innumerevoli sforzi per contrastare le organizzazioni neonaziste e razziste sopra citati, l'Italia, in linea con la politica della UE, si astiene nella votazione sulla bozza di risoluzione russa dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite "Combattere la glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza" .
Le organizzazioni per i diritti umani registrano nel Paese manifestazioni di intolleranza. Da diversi anni, l'ONG “Osservatorio Italiano sui Diritti” pubblica il progetto "Mappa dell'intolleranza", che mette a confronto il contenuto delle pubblicazioni discriminatorie sui social network e i loro dati di geolocalizzazione. Secondo l'indagine, il 19,57% delle pubblicazioni negative riguardava i musulmani, il 7,6% gli ebrei e il 5,61% i migranti. Dal punto di vista geografico, la maggiore concentrazione di pubblicazioni negative antisemite e antimusulmane è stata registrata nel Nord Italia.
L'antisemitismo nel Belpaese non è stato sradicato. Secondo un rapporto pubblicato nel gennaio 2021 dall'Istituto di Studi Sociali e Politici “'Eurispes”, il numero di persone in Italia che negano lo sterminio degli ebrei per mano nazista è salito al 15,6% nel 2020. (In confronto, nel 2005 erano solo il 2,7%). Il 16,1% degli intervistati sostiene che la persecuzione degli ebrei ha provocato "non molte vittime". Per il 61,7%, gli episodi di antisemitismo verificatisi "sono casi isolati e non sono indice di un problema". Il 19,8% ritiene che "Benito Mussolini sia stato un grande leader che ha commesso solo qualche errore".
Queste cifre sono in linea con quelle riportate dall'Agenzia della UE per i diritti fondamentali. Nel suo studio sull'antisemitismo in Europa 2010-2020, l'Agenzia cita le statistiche dell'Osservatorio italiano per la sicurezza contro gli atti di discriminazione (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori). L'Agenzia cita le statistiche dell'Osservatorio italiano per la sicurezza contro gli atti discriminatori, che mostrano anche un aumento degli episodi di antisemitismo registrati in Italia: 101 nel 2020 e 91 nel 2019. Tuttavia, questa variazione non influisce sulla tendenza generale degli episodi di antisemitismo in Italia: anche nel primo periodo, il numero di casi di antisemitismo è aumentato da 16 nel 2010 a 56 nel 2018, con un massimo di 64 nel 2014.
Tra i casi più recenti di antisemitismo, quello che ha avuto maggiore risonanza si è verificato il 25 gennaio 2022 a Campiglia Marittima (regione Toscana): uno scolaro di 12 anni è stato picchiato da studenti più grandi a causa delle sue origini ebraiche. La vicenda ha avuto una copertura mediatica regionale ed è stata presa sotto controllo personalmente dal governatore della Regione Toscana, E. Giani.
Per quanto riguarda le manifestazioni xenofobe in Italia, secondo gli esperti, la maggior parte di esse non è legata ad attività neofasciste, ma piuttosto a problemi della quotidianità. Tra le principali ragioni della crescita dei sentimenti xenofobi negli ultimi anni vi sono il deterioramento della situazione socio-economica della popolazione, l'alto tasso di disoccupazione tra i giovani e la presenza di un numero significativo di migranti provenienti dall'Africa e dall'Asia, dato che il Paese è di fatto diventato uno dei principali "punti di transito" nel percorso dall'Africa verso altri Paesi europei. Al contempo, in seguito alle aspre critiche, mosse dalla comunità internazionale di difesa dei diritti umani nel 2018-2019, nei confronti delle dure misure contro la migrazione irregolare, le autorità italiane hanno adottato una serie di provvedimenti atti rendere meno rigida la regolamentazione della migrazione e facilitare le procedure di regolarizzazione dei migranti.
L'aumento del numero di migranti ha contribuito a un incremento della retorica “migrantofobica” nel discorso politico, come evidenziato con preoccupazione dalla Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza in seno al Consiglio d'Europa. Gli esperti hanno rilevato l'inefficienza e l’insufficienza degli strumenti finanziari, istituzionali e normativi esistenti in Italia per combattere questo fenomeno.
Gli organi delle Nazioni Unite che si occupano di diritti umani hanno un approccio piuttosto equilibrato nei confronti della situazione migratoria in Italia. Peraltro si sottolinea costantemente la necessità di garantire i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo, di migliorare le condizioni di vita nei centri di prima registrazione, nei centri di accoglienza, nei "centri di crisi" specializzati e nei centri per bambini non accompagnati, di porre fine alla detenzione dei migranti per più di 48 ore. Ciò è stato evidenziato, tra l'altro, dal Comitato per i diritti economici, sociali e culturali (CESCR), dal Comitato per i diritti umani (HRC), dal Comitato per i diritti del fanciullo (CRC), dal Comitato contro la tortura e dal Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale (CERD).
I problemi dei migranti provenienti da Paesi africani e asiatici che lavorano nel settore commerciale in Italia sono stati evidenziati dagli esperti del Gruppo di lavoro del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani su Imprese e Diritti Umani a seguito della loro visita di fine settembre/inizio ottobre 2021. Tra l’altro, sono state rilevate condizioni di lavoro e di vita disumane di molti lavoratori migranti intrappolati in una spirale di sfruttamento e schiavitù per debiti, nonché gravi problemi nella tutela e sicurezza del lavoro. Tra i settori problematici sono stati citati agricoltura, abbigliamento e logistica.
Una serie di difficoltà è legata alla presenza in Italia di insediamenti Rom. Di solito strutture illegali situate ai margini dei centri abitati. Si tratta di zone con un altissimo livello di criminalità e dove spesso sono diffuse le attività di spaccio. Le autorità di polizia fanno regolarmente irruzione nei campi Rom e le costruzioni illegali vengono periodicamente demolite. Tuttavia, i media di sinistra e le organizzazioni per i diritti umani usano questi fatti per accusare il governo di razzismo e xenofobia. Nel periodo 2015-2019 CESCR, CERD, HRC e CRC hanno sottolineato l'importanza di affrontare la situazione dei Rom, abitazioni, accesso a servizi sociali, istruzione e mercato del lavoro compresi.
Nella prima metà del 2022, nel contesto dell'operazione militare speciale della Russia in Ucraina, sono aumentati gli episodi di xenofobia e discriminazione politicamente motivati contro cittadini e connazionali russi.
La situazione in Italia è stata caratterizzata da una crescita del sentimento anti-russo. Le istituzioni diplomatiche russe hanno ricevuto regolarmente da parte di connazionali segnalazioni di minacce subite. L'ostilità e persino l'aggressività nei confronti dei rappresentanti della Russia e della diaspora russofona è da attribuirsi soprattutto ai rappresentanti della nutrita diaspora ucraina in Italia, una delle più grandi d'Europa. Tali comportamenti hanno riguardato anche le rappresentanze diplomatiche russe. In particolare, il 2 marzo 2022, la recinzione del Consolato generale russo di Genova è stata imbrattata con slogan antirussi. L'11 aprile 2022, un cittadino ucraino ha spruzzato vernice rossa sulla porta d'ingresso dell'ambasciata russa a Roma. Comunque le forze dell'ordine italiane stanno adottando le misure necessarie per rafforzare la sicurezza delle sedi diplomatiche russe.
La limitazione in Italia dell'accesso ai media russi si è tradotto in una privazione di fatto dell'accesso all'informazione nella nostra lingua e nell'imposizione ai nostri concittadini di una narrazione incentrata sull'Occidente.
Sono stati registrati anche casi di rifiuto dei servizi a cittadini russi da parte di alcune banche italiane. Ad esempio, si sono verificati casi in cui clienti russi sono stati informati dell'intenzione di chiudere i loro conti bancari ed è stato chiesto loro di ritirare il saldo in contanti da una delle filiali della banca. I dipendenti della banca non forniscono motivazioni scritte di tali decisioni, ma fanno riferimento a istruzioni interne destinate a cittadini russi e bielorussi. Simili casi in particolare sono stati registrati nelle banche “UNICREDIT”, “Posta Banca”, “BNL”, “Intesa Sanpaolo”. In diverse occasioni, i problemi bancari sono stati risolti con l'aiuto di avvocati locali.
La campagna contro la cultura russa e i suoi rappresentanti, lanciata in Italia nel febbraio-aprile 2022, ha determinato una serie di spiacevoli incidenti. Così, il 28 febbraio 2022, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che è anche a capo del Teatro alla Scala, ha chiesto al direttore d'orchestra di fama mondiale, V. Gergiev di condannare pubblicamente le azioni della Russia in Ucraina con la minaccia di interrompere la cooperazione e, in particolare, di escluderlo dalla rappresentazione dell'opera di Chajkovsky “La dama di picche”. Non avendo ricevuto alcuna risposta all'ultimatum, le autorità milanesi hanno dichiarato che il Teatro alla Scala "rinuncia alla collaborazione con il direttore d'orchestra russo".
Il 9 aprile 2022 il Teatro Comunale di Lonigo di Vicenza, su richiesta del Ministero della Cultura ucraino, ha annullato il balletto “Il lago dei cigni”, nell’interpretazione di un corpo di ballo ucraino. Anche la nazionalità di Chajkovsky è risultata un ostacolo. Nella stessa giornata anche il Teatro Bellini di Napoli ha annullato la rappresentazione del “Lago dei cigni”.
Il gruppo di cittadini russi meno tutelato - gli studenti che studiano in Italia (di solito coloro che vi arrivano con programmi di scambio) - è stato apertamente discriminato: secondo gli osservatori, alla fine di febbraio 2022 nel Belpaese erano circa 350. A causa del blocco dei servizi bancari russi e del congelamento dei conti, sono stati di fatto privati dei loro mezzi di sostentamento e sono stati costretti a interrompere anticipatamente gli studi e a tornare in Russia, oppure a cercare nuovi modi per guadagnarsi da vivere.