Risposte dell'ambasciatore S.Razov alle domande dell'agenzia di stampa Adnkronos
1. Ambasciatore, lascia dopo quasi dieci anni in Italia, ha qualche rimpianto? Cosa si aspettava dal suo mandato a Roma, quali erano i suoi obiettivi?
Tutto nella vita ha un inizio e una fine. L’incarico all'estero sta per finire. Il tempo è volato molto velocemente, come accade quando si svolge un lavoro interessante in un luogo interessante. In questi anni di vita dell'Italia e della Russia, nelle nostre relazioni bilaterali ci sono stati molti eventi memorabili. Ho partecipato direttamente all'organizzazione delle visite in Russia del Presidente della Repubblica, di tre Presidenti del Consiglio, dei Presidenti del Senato e della Camera di Deputati e di molti ministri. A sua volta, nel corso degli anni, il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha visitato l'Italia tre volte. Sono stati ricevuti Il Primo Ministro della Federazione Russa, il Ministro degli Affari Esteri e molti altri leader. Questo è il lato professionale delle cose. Dal punto di vista umano, mia moglie e io abbiamo visitato la maggior parte delle regioni della bella Italia e soprattutto, abbiamo conosciuto centinaia di funzionari e semplici cittadini del vostro Paese, ai quali abbiamo trasmesso sentimenti di amicizia e dai quali abbiamo sempre riscontrato simpatia. In qualità di ambasciatore non ho avuto altri compiti e incarichi, se non quello di rafforzare il partenariato e la cooperazione reciprocamente vantaggiosa. L'unico rammarico è che nell'ultimo anno e mezzo le nostre relazioni, per ragioni ben note, si sono deteriorate.
2. Qual è stato il momento più difficile, guerra a parte?
Forse le difficoltà legate alla pandemia di covid che non ha risparmiato il personale delle istituzioni russe in Italia e le restrizioni dovute al prolungato regime di isolamento. In questo contesto, non posso non ricordare l'assistenza disinteressata fornita dai medici militari russi e dagli specialisti della difesa biologica. Per 46 giorni, nell'epicentro della malattia, a Bergamoe Brescia, hanno combattuto spalla a spalla con i colleghi italiani contro questa malattia fino ad allora sconosciuta.
3. E quale è il ricordo migliore che si porterà dietro?
Ce ne sono molti. La maggior parte riguarda incontri cordiali e affettuosi con cittadini italiani comuni in varie parti del vostro Paese. Colgo l'occasione, tramite la vostra agenzia, per inviare a tutti loro i miei saluti e i miei migliori auguri di buona salute e prosperità.
4. In circa dieci anni in Italia si sono succeduti tanti governi, qual è la personalità politica che l’ha colpita di più? E quella non appartenente al mondo della politica?
Durante i miei lunghi anni da Ambasciatore, in Italia ci sono stati sette governi, ognuno con le sue peculiarità, anche relativamente all’atteggiamento nei confronti della Russia e alle relazioni con il nostro Paese. Per ovvie ragioni, mi asterrò dall’entrare nello specifico e, a maggior ragione, dall'esprimere valutazioni personali.
5. Come definirebbe i rapporti attuali tra Italia e Russia? Tra i due governi e tra il popolo italiano e il popolo russo. Cosa l’ha delusa?
Anche senza incarico rimango ambasciatore e quindimi esprimerò in modo diplomatico. Le relazioni sono purtroppo lontane dalla normalità. Il dialogo ai massimi e più alti livelli è cessato. Molti efficaci meccanismi di consultazione e interazione sono stati congelati. Le sanzioni esercitano un pesante impatto negativo sul commercio e sulla cooperazione economica, finanziaria, scientifica, tecnica e culturale. Auspico vivamente che questo fenomeno sia temporaneo rispetto agli standard storici. Continuo a ripetere che le crisi vanno e vengono, ma gli interessi restano. Sono assolutamente certo che gli interessi fondamentali dei popoli russo e italiano siano affini. Lo testimoniano secoli di simpatia, cooperazione e sostegno reciproci.
6. Lei in questi mesi è stato definito un ‘falco’ e c’è chi l’accusa di aver contribuito a deteriorare ancora di più i rapporti tra Roma e Mosca. Come risponde a queste critiche?
Mi sorprende la scarsa conoscenza ornitologica dei critici: secondo loro o sei colomba o sei falco. Come dovrebbe comportarsi, secondo Lei, un ambasciatore quando sulle pagine di uno dei principali quotidiani italiani viene pubblicato un corsivo che discute seriamente della possibilità e dell'opportunità di rimuovere fisicamente il Presidente del Paese di cui è il legittimo rappresentante? Ritengo che, nel rigoroso rispetto della legislazione del vostro Paese, sarebbe vostro dovere professionale e civile denunciare l'autore e la redazione del giornale alle autorità giudiziarie. Oppure quando un altro giornale nazionale pubblica un articolo apertamente russofobico che dichiara la leadership russa un "regime fascista" e il popolo russo niente meno che una "nazione fascista". Dovete convenire che tutto ha un limite. Ho dovuto scrivere una lettera aperta al comitato di redazione di questo giornale (che, tra l'altro, pare abbiano avuto paura di pubblicare), ricordando che il popolo sovietico ha perso 27 milioni di cittadini nella lotta contro il fascismo e ha patito sofferenze incalcolabili, mentre la stessa parola "fascismo", (che, per inciso, è di origine italiana) è odiata dalle attuali e future generazioni di russi. Ci sarebbero anche altri esempi. Sono un ardente sostenitore della libertà di parola e di stampa. Solo che, a mio avviso, questa libertà implica anche l’assunzione di responsabilità per ciò che si dice e si pubblica. Alcuni, tuttavia, sembrano dare valore solo alla propria libertà di espressione, mentre sono impazienti di etichettare gli altri. Ma del resto e falco sia. Un uccello apprezzato.
7. Sa già cosa andrà a fare al suo ritorno a Mosca?
Non lo so ancora. Penso che dopo quasi cinquant'anni di servizio pubblico, di cui trenta come ambasciatore in vari Paesi, troverò il modo di impiegare il mio tempo.
8. Ha un consiglio da dare al suo successore?
Credo che non abbia bisogno di alcun consiglio. Gli auguro successi nel portare avanti con coerenza la politica del Presidente della Federazione Russa nei confronti dell'Italia.